Anni fa lessi il racconto "Rispetto" di Niccolo' Ammaniti (dalla raccolta "Fango"). Lo trovai crudo e cannibale come usava allora. Mai avrei pensato che avrebbe potuto essere vicino alla realta'.
E sarà la loro disgrazia essere stati pubblicati, visto che queste situazioni abominevoli passano sempre in secondo piano nel anonimato, trattate come goliardia o ragazzate. No. Questi sono mostri che hanno passato il segno tra l'essere umani e bestie, i loro nomi e le loro facce devono essere ben chiare e la loro punizione dev'essere qualcosa di tangibile, non la sculacciata. Vent'anni di galera, castrazione chimica, e lavori sociali a vita, non dovranno possedere più nulla. Non c'è bisogno di altri stupratori, in questa società, che si leccano i baffi sapendo di essere in parte compatiti dal prossimo che è capace di dare la colpa alle vittime stesse, al abuso di alcolici, come se fosse normale assalire il prossimo in determinati casi, anche se ti dice di no, di fermarti.