In certi contesti è diventato normale che occupino metà del campo visivo del pubblico, in un modo che ha trasformato la musica dal vivo
Gli smartphone sono una presenza invadente ai concerti ormai da un decennio. Già nel 2013, durante un’esibizione a Toronto in occasione del trentesimo anniversario del suo primo album, la cantante Cyndi Lauper chiese al pubblico di evitare di fare foto e video: finì per strappare via lo smartphone dalle mani di un membro del pubblico che continuava a puntarglielo addosso, e glielo restituì poi alla fine del concerto.
Non è un fenomeno che riguarda tutti i concerti. In molti contesti ormai da alcuni anni si è consolidata una sorta di etichetta, che suggerisce di filmare al massimo qualche decina di secondo di concerti ogni tot canzoni, in modo da poter conservare dei ricordi – da pubblicare anche eventualmente sui social – senza limitare troppo a lungo la visuale di chi sta dietro. Può capitare di finire alle spalle della persona sbagliata, ma la maggior parte delle volte la presenza degli smartphone è sopportabile. Nel caso di concerti di cantanti e band più alla moda, e soprattutto più popolari tra i giovani, oppure dotati di una base di fan particolarmente ossessiva, le cose cambiano.
Potrebbero cominciare a fornire una registrazione del concerto, anche semplice camera fissa, che ok non era la tua ma hai audio migliore di quello del telefono. I costi della cosa sono ridicoli e oltretutto a vedere live su YouTube a me aumenta la voglia di andarci per cui è anche strumento di marketing.
Beh, spesso infatti si trovano delle registrazioni ufficiali dei concerti. Almeno per i gruppi più popolari...
Mi ricordo quando si compravano i CD che spesso uscivano delle "Special Edition" in cui avevi il CD e in più un DVD con un intero concerto registrato come si deve.